Il Premiolino

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La Giuria de Il Premiolino, il più antico e prestigioso riconoscimento dedicato in Italia al mondo dell’informazione ha decretato i vincitori della 63ma edizione, anno 2023: Mariangela Pira (Sky TG24), Michelangelo Coltelli (Butac.it), Maurizio Maggiani (La Stampa-Il Secolo XIX), Salvatore Merlo (Il Foglio), Andrea Sceresini (Freelance) e Gaia Tortora (per il libro Testa alta, e avanti).

Il Premiolino nasce a Milano nel 1960 con il sostegno degli industriali Piero e Giansandro Bassetti e per iniziativa di un gruppo di inviati milanesi, tra cui Orio Vergani, Paolo Monelli, Luigi Barzini, Pietrino Bianchi, Enrico Emanuelli ed Enzo Biagi, che fu il primo presidente. Considerato uno tra i più prestigiosi premi in ambito giornalistico è da questa edizione sostenuto da Pirelli, nel suo Albo d'Oro figurano firme illustri come quelle di Indro Montanelli, Giorgio Bocca, Camilla Cederna, Oriana Fallaci, Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini, Alberto Ronchey, Eugenio Scalfari, Natalia Aspesi, Gianpaolo Pansa, Piero e Alberto Angela e i Cardinali Carlo Maria Martini e Gianfranco Ravasi.

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Scopri di più sull’evento della
63ma edizione de “Il Premiolino”

I vincitori

2023

Michelangelo Coltelli

Butac.it

Maurizio Maggiani

La Stampa-Il Secolo XIX

Salvatore Merlo

Il Foglio

Mariangela Pira

Sky TG24

Andrea Sceresini

Freelance

Gaia Tortora

Per il libro Testa alta, e avanti

La giuria


La Giuria del Premiolino è composta da noti nomi del giornalismo. Con Chiara Beria di Argentine (Presidente) e Piero Colaprico (Vicepresidente), fanno parte della Giuria Giulio Anselmi, Ferruccio de Bortoli, Milena Gabanelli, Enrico Mentana, Donata Righetti, Valeria Sacchi, Beppe Severgnini, Gian Antonio Stella, Carlo Verdelli. Dalla prossima edizione entrano a fare parte della Giuria Antonio Calabrò, (come direttore della Fondazione Pirelli) e sono stati eletti gli ex-vincitori Francesco Costa (Premiolino 2022), Mattia Feltri (Premiolino 2015) e Benedetta Tobagi (Premiolino 2011).

La storia de “Il Premiolino”

Assegnato annualmente a sei giornalisti di carta stampata, radio, televisione e new media come premio alla carriera e per il contributo nel campo della libertà di stampa, sin dal 1960, “Il Premiolino” rappresenta uno dei più antichi e importanti riconoscimenti per il mondo dell’informazione.

Dietro l’immagine

Più di sessant’anni sono passati, eppure, ancora oggi, tradizione vuole che ai vincitori de “Il Premiolino” venga consegnata una pergamena. Un attestato dal grande valore artistico, oltre che morale e professionale, perché a miniarla è stato il tratto di uno dei disegnatori, illustratori e grafico di più lunga esperienza del settore: Riccardo Manzi.

Manzi recita un ruolo d’importanza nel panorama artistico del Novecento. Uno stile inconfondibile, il suo, caratterizzato da un tratto veloce, istintivo, minimalista e dalla vena spiccatamente umoristica e non convenzionale. Ne è esempio la campagna pubblicitaria “Ad occhi chiusi”, realizzata per Pirelli nel 1961: gli occhi del guidatore, in piedi o in macchina, sono oscurati da un pneumatico che ne impedisce la visuale. Ironicamente, è talmente sicuro e affidabile che si potrà condurre la vettura persino senza guardare. Ma è stato anche molto altro: vignettista e pittore, soprattutto. Sin dai suoi esordi, infatti, si fa strada con “una pittura che si legge” che gli vale le commissioni delle più grandi aziende italiane dell’epoca.

Con lui basta uno sguardo, e il segno grafico si riveste di colore, di gioco e di immaginazione.

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